martedì 22 settembre 2015

Seconda lettera aperta al Procuratore della Repubblica di Messina

Egregio Signor Procuratore Guido Lo Forte,
con riferimento alla lettera aperta del 26 maggio 2015, torno a scriverLe per senso civico e per  rappresentare alla S.V.  quanto segue.
Innanzitutto, desidero ringrarziarLa per il Suo intervento: due dei procedimenti penali che giacevano in  stato di pendenza cronica sono stati presi in esame dagli Uffici della procura.
Tuttavia l’epilogo di questi due procedimenti è stato la richiesta di archiviazione da parte dei pubblici ministeri, senza che fosse svolta alcuna attività istruttoria. Potrà immaginare la mia delusione. Speravo in un diverso atteggiamento e approccio dell’Ufficio di procura. Nei precedenti procedimenti del 2011 l’Ufficio di procura aveva proceduto all’identificazione degli indagati e ad avviare le indagini. I “nuovi” procedimenti, invece, più o meno per gli stessi fatti, reati e personaggi, sono stati aperti contro ignoti e senza compiere alcun atto istruttorio. Per la Procura si tratta di notizie di reato infondate, evidentemente.
Nel procedimento n. 7761/11 R.G.N.R. contro ignoti, al quale è stato riunito il proc. N. 9414/13, anch’esso contro ignoti, il p.m. Liliana Todaro ha chiesto l’archiviazione e il Gip Maria Militello ha disposto l’archiviazione de plano. Questo avventato schierarsi del Gip sulla posizione  del p.m., senza motivare specificamente la sua decisione, mi ha costretto a ricorrere in Cassazione per avere diritto al contraddittorio in Camera di Consiglio. Ricorrere in Cassazione significa affrontare spese, che incidono pesantemente sul bilancio di una famiglia e non lo si fa per divertimento o per capriccio, ma per poter affermare ed esprimere le proprie ragioni nella speranza di ottenere giustizia. 
Non entro nel merito della vicenda per non tediarla. Ovviamente, sarà la Cassazione a valutare se il mio ricorso è fondato o meno.
La Suprema Corte non entrerà nel merito dei fatti, ma darà un giudizio di legittimità del ricorso. Pertanto, non posso non rappresentarLe la mia amarezza come parte offesa nel procedimento e la mia indignazione come cittadino, per le decisioni di entrambi i magistrati (p.m. e Gip).
Nell’altro procedimento, il n. 4334/14 (denuncia del 2012), anch’esso aperto contro ignoti, il p.m. Roberta La Speme ha chiesto l’archiviazione, ma il Gip Daniela Urbani letti gli atti, la richiesta di archiviazione e l’opposizione della persona offesa, ha fissato udienza (19 ottobre 2015) per deliberare in Camera di Consiglio sentite le parti in contraddittorio.
La informo, infine, che ho avanzato richiesta di avocazione delle indagini al Procuratore Generale della Repubblica per altri due procedimenti penali: il n. 6719/12 Mod. 21 per il reato di cui all’art 659 c.p.p. (denuncia-querela del 3 ottobre 2012) e il n.11733/13 Mod. 44 per i reati di cui agli artt. 323 e 328 c.p.p. (esposto-denuncia del 13 dicembre 2013), entrambi ancora giacenti nel limbo delle indagini preliminari.
L'ordinamento giudiziario indica nella vigilanza sull'osservanza delle leggi e sulla pronta e regolare amministrazione della giustizia il compito primario del pubblico ministero. L'osservanza della legge e la sua pronta e regolare amministrazione costituiscono la sola difesa del cittadino onesto. 
Con stima
Aldo Lenzo


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