venerdì 26 settembre 2014

Giustizia Parruccona

Una giustizia parruccona e autoreferenziale, distante dai cittadini, facilmente si dimentica del principio “la legge è uguale per tutti” e si comporta come se tutti non fossimo uguali. La legge, infatti, troppo spesso viene modulata o applicata silenziosamente a piacere. “Nella natura umana vi sono suggestioni che influiscono sull’applicazione concreta della legge, per cui alcuni soggetti, subendo certi condizionamenti (determinate dal fatto che non siamo tutti uguali), agiscono in modo diverso che se tali condizionamenti non vi fossero mai stati” (Cit. da “La legge è uguale per tutti, ma non tutti sono uguali” di Luigi Viola). Questo per dire che l’applicazione della legge è determinata da una serie di fattori umani che ne alterano il rigore, per cui la certezza del diritto ha assunto confini sempre più labili. Inoltre, ci si è ormai abituati a convivere con il malcostume. Il Paese funziona con regole diverse da quelle scritte nelle leggi, i comportamenti sono diversi. Faccio un esempio: abbiamo una legge che tutela le persone dall’inquinamento acustico ma in realtà la tutela non esiste. E non vengono perseguiti i molteplici illeciti amministrativi caratterizzati da violazioni delle leggi, da negligenza nell’espletamento di compiti istituzionali, da scarsa dimestichezza con il proprio lavoro, da fuga dalle responsabilità o da disonestà diffusa.    

Se un procedimento penale viene archiviato a conclusione delle indagini preliminari, esso è inoppugnabile, ovvero, non può essere oggetto della "revisione" da parte di altro Giudice (il ricorso in Cassazione può essere avanzato solo per cause tassative di nullità - i giudici della cassazione non entrano nel merito dei fatti). Per questa ragione,  nel procedimento penale nei confronti dell'ex sindaco di S.Teresa di Riva, ho sollecitato la riapertura delle indagini  con una memoria che, ho appreso oggi, è stata rigettata. Nel caso di errori o trascuratezza delle indagini, un cittadino offeso ha il diritto di richiedere l’intervento diretto della Procura generale della Repubblica, che è l’ufficio normalmente preposto alle funzioni di pubblico ministero presso la Corte d’appello. Esperirò anche questa strada. L’errore o la trascuratezza ci può stare (è umano), ma occorre porre rimedio a tale inconveniente. Occorre dare dignità alla giustizia contrastando la giustizia "parruccona” e impegnandosi per una giustizia giusta, diligente ed uguale per tutti, non solo  a parole.

Articoli correlati:

1 commento:

  1. Condivido le riflessioni di Aldo. E ne prendo spunto per cercare di spostare l'attenzione su quello che per me è il vero problema della questione giustizia. La formazione degli uomini che sono chiamati a scrivere ed ad applicare le leggi. Penso che l'uso corretto delle parole sia una pratica che trattiamo con superficialità. Chiaramente non mi rivolgo a quanto scritto da Aldo. Sulla giustizia, ormai sentiamo propinare critiche che ne sminuiscono il ruolo lasciando inalterate le disfunzioni che comunque essa ha. Il rischio, che considero imminente, è che la stessa superficialità con cui trattiamo l'argomento ci porti ad adottare "soluzioni" altrettanto superficiali mettendo in discussione quell'equilibrio tra i poteri che è stato pensato per proteggersi dalla deriva autoritaria. L'invito che rivolgo per primo a me stesso è quello di individuare con chiarezza ogni volta che a ragione si muove una critica, l'oggetto meritevole di critica per evitare di lanciare un assist involontario al populismo.
    Salvuccio

    RispondiElimina