sabato 25 marzo 2017

Vorrei capire …

Vorrei capire se sono io ad aver sbagliato, accusando ingiustamente due bravi sindaci o sono i  Magistrati, che invece di rinviarli a giudizio, perché presunti responsabili di grave omissione, hanno errato nell'archiviare i procedimenti penali aperti a seguito delle mie denunce. Vorrei anche capire se la responsabilità della messa in pericolo della salute del mio nucleo familiare sia dipesa da una errata od omessa applicazioni delle leggi da parte dei sindaci e tutori dell'ordine, o dalla diversa interpretazione che, di queste leggi, hanno dato i magistrati che si sono occupati dei miei procedimenti. Vorrei inoltre capire cosa avrei dovuto fare per avere tutelato il diritto al riposo e alla salute. Così, giusto per poterlo suggerire a chi si dovesse trovare in futuro nella stessa situazione in cui si è trovato il mio nucleo familiare. Vorrei capire infine a chi mi dovrei rivolgere e/o cosa potrei fare per avere finalmente giustizia, visto che anche l’ultimo procedimento è stato archiviato. 
Forse non tutti sanno che quando un Giudice delle indagini preliminari accoglie la richiesta di archiviazione del Pubblico Ministero emana un provvedimento di archiviazione che è inoppugnabile, almeno che non vengano rispettate le prerogative della persona offesa, cioè per questioni formali. Naturalmente io rispetto le decisioni dei Magistrati (P.M. e GIP) ma le reputo inaccettabili ovvero non rispondenti ai criteri della logica e del diritto. Anche i magistrati sono uomini e possono sbagliare. Ma, se sbagliano, devono porre rimedio ai loro errori, altrimenti devono rendere conto del loro operato come ogni altro comune cittadino: anche loro sono soggetti alla Legge. Pertanto, mentre aspetto le risposte alle mie domande, per tre dei procedimenti archiviati, presenterò ai rispettivi PM istanza di sollecito riapertura delle indagini ex art. 414 codice di procedura penale. Scriverò al Ministro della Giustizia e al Presidente della Repubblica. Se le istanze verranno rigettate senza motivazione o la motivazione non risponderà ai criteri della logica e del diritto, tutelerò i miei diritti innanzi la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero della Giustizia, il Presidente della Repubblica, il Consiglio Superiore della Magistratura intentando causa allo Stato perché venga riconosciuto il danno causato dal mancato esercizio dell'azione penale ovvero per il diniego di giustizia. 
Credo che molti di voi potrebbero chiedermi: ma, caro amico non ti viene il dubbio che i Magistrati che si sono occupati di questi procedimenti non abbiamo potuto fare altrimenti, ovvero abbiano agito secondo legge e giustizia? Naturalmente sono stato e sono assalito dai dubbi. E, mai accuserei qualcuno ingiustamente o vorrei fosse condannato senza il riscontro di responsabilità accertate. L’archiviazione non è un’assoluzione e il rinvio a giudizio non è una condanna. Tuttavia, nel caso di specie, di ingiusto c’è stato solo quello che io e miei genitori abbiamo dovuto subire per quattro anni consecutivi.
“[…] il potere del Sindaco di emanare una ordinanza ex art 9 della Legge n. 447/95 è un dovere connesso all’esercizio delle sue funzioni, al quale non può sottrarsi anche se è leso un solo soggetto (Consiglio di Stato, Sentenza n. 1372/2013). Se questo è vero, è inconcepibile che nelle motivazioni nulla dicano i Magistrati sulla doverosa attività che ai sindaci, nella loro posizione di garanti, dotati di poteri-doveri giuridici in materia di igiene e sanità pubbliche, competeva nel porre rimedio al fenomeno di inquinamento acustico o nel contrastarlo. Anzi alcuni Magistrati hanno negato l’evidenza di quest’obbligo dei sindaci scrivendo nelle motivazioni che “I fatti rappresentati non integrano alcuna violazione penalmente rilevante. In primo luogo non può ricondursi l’eventuale omissione ad alcuna delle ragioni giustificative di cui all’art. 328 c.p. comma 1 (giustizia, sicurezza pubblica, ordine pubblico, igiene e sanità).”
Nell'ultimo decreto di archiviazione che ho potuto visionare ieri, per il Gip "E' evidente che l'omissione di un atto la cui adozione costituisce una facoltà non può conseguire la sussistenza di un'omissione penalmente rilevante che pretende l'omissione di un atto dovuto e urgente".
Spero potremo capire presto chi è nel giusto tra i Magistrati di Messina che ritengono facoltativo per i sindaci porre rimedio ad una accertata situazione di inquinamento acustico e il Consiglio di Stato che lo ritiene un dovere cui il sindaco non può sottrarsi.

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