giovedì 6 marzo 2014

Un regolamento per la cura condivisa dei beni comuni

Qui il regolamento
Il fondamento costituzionale per un nuovo modello condiviso dei beni comuni trae origine dall’introduzione in Costituzione, nel 2001, del principio di sussidiarietà orizzontale (art. 118). L’ultimo comma dell’art 118 dice infatti che “Stato, Regioni, …, e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”, riconoscendo che i cittadini attivi non sono utenti, assistiti e amministrati secondo le categorie del Diritto amministrativo tradizionale. Essi sono, invece, soggetti che collaborano con l’amministrazione nel perseguimento dell’interesse generale, ovvero, nella cura dei beni comuni. Sono i soggetti che insieme con l’amministrazione fanno vivere l’amministrazione condivisa.
Una scuola da pitturare, una biblioteca da riorganizzare, una spiaggia da pulire, un’aiuola da sistemare sono piccoli ma importanti interventi per la qualità della vita di una comunità che potranno essere promossi e realizzati da semplici cittadini sottoscrivendo un “patto di collaborazione”  con l’amministrazione comunale che può mettere a disposizione materiali e servizi (ad esempio per la raccolta rifiuti), può prevedere convenzioni con negozi per l’acquisto di prodotti, o rimborsare il costo di qualche spesa. I cittadini mettono a disposizione tempo e competenze, lavorando gratuitamente.
Anche il coinvolgimento diretto dell’utente finale di un servizio nel suo processo di progettazione, infrastrutturazione ed erogazione (ad esempio la progettazione del Piano comunale dei rifiuti) costituisce un buon esempio di “amministrazione condivisa”. Insieme, amministratori e cittadini, per affrontare meglio la complessità delle sfide che il nostro mondo pone a tutti
Il regolamento per la cura dei beni comuni è stato realizzato a Bologna con il supporto scientifico di Labsus (laboratorio per la sussidiarietà) e alcune associazioni di cittadini. Esso è a disposizione di tutti i comuni italiani che potranno utilizzarlo adattandolo ed integrandolo secondo le proprie esigenze.
L’auspicio è che venga adottato in tutti i comuni.

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