lunedì 7 ottobre 2013

Legalità ... questa sconosciuta


A Santa Teresa di Riva, ridente cittadina sul mare jonio, ridono solo gli “amici degli amici”. Abbiamo avuto una sequela di primi cittadini che hanno ritenuto il rispetto e la pratica delle leggi non un esigenza fondamentale della vita sociale ma, un optional.  Per loro la legalità è qualcosa che può essere piegato al loro volere e potere. La cosa che più impressiona, nei nostri territori, non è tanto la strana concezione che chi fa politica e viene eletto Sindaco o ad altra carica ha della legalità, ma il fatto che non viene attivato alcun recupero di legalità sia per fatti rilevanti sia  per quelle forme di illegalità verso le quali non c’è sufficiente attenzione e condanna. In contesti come il nostro, l’illegalità si rafforza nella rete di interessi e complicità o anche solo nell’indifferenza e deresponsabilizzazione  in cui la pubblica amministrazione e gli organi dello Stato agiscono. In questo modo, “piccoli e grandi reati diventano costume, o meglio malcostume, espressioni di un’illegalità che è stata “depenalizzata” nelle coscienze e si è insediata nelle pieghe della vita sociale” (Don Luigi Ciotti).

Abbiamo inutilmente aspettato che l’inquinamento acustico di cui siamo ancora vittime  fosse risolto. Invece, incredibilmente, anno dopo anno, così non è stato. Su pressione dei gestori del bar che provocano l’inquinamento, il padrone di casa ci ha fatto sapere con largo anticipo che non ci rinnoverà il contratto di locazione (scade a maggio 2014). Molto probabilmente affitterà l’appartamento ai gestori ad un prezzo più remunerativo (buon per lui). I gestori vanno dicendo che ci hanno sfrattato: poco male. In verità, visto che non siamo stati tutelati (non ho perso la speranza che qualcuno prima o poi paghi per questo), io e miei familiari ci dichiariamo “sconfitti”. E visto che l’inquinamento acustico non è stato inibito, per non compromettere ulteriormente la nostra salute lasceremo l’appartamento anticipatamente, trasferendoci in altra località. In questo modo eviteremo che il solo cambiare alloggio possa risultare inutile.

Dove non c'è legalità non c'è cittadinanza.

3 commenti:

  1. Caro Aldo, è con profondo rammarico venire a conoscenza dell'epilogo di questa brutta vicenda, che tanto ha provato la tua famiglia, e che ti costringe, nonostante le tue buone ragioni, a lasciare questo paese, ma spero che domani tu possa ottenere il giusto riconoscimento nelle sedi opportune. A proposito voglio inviarti questo articolo che rispecchia il concetto di giustizia e legalità: "
    Legalità significa letteralmente conformità alla legge e a quanto da questa prescritto. Giustizia è la virtù eminentemente sociale che consiste nella volontà di riconoscere e rispettare i diritti altrui attribuendo a ciascuno ciò che gli è dovuto secondo la ragione e la legge. Legalità e giustizia rappresentano dunque le facce di una stessa medaglia, quasi una dittologia volta a sottolineare l’assoluta interdipendenza tra l’insieme delle regole che costituiscono l’ordinamento giuridico e la necessità che le stesse siano effettivamente rispettate dai suoi destinatari ai fini dell’utilità comune.
    Al di là delle mere indicazioni di carattere terminologico e semantico, sui concetti di legalità e giustizia occorre svolgere un’analisi più approfondita, volta a facilitare la comprensione dei motivi per cui un impegno diretto da parte dell’intera comunità – finalizzato ad arginare la situazione di illegalità diffusa che regna nel nostro Paese – sia ormai improcrastinabile.
    E’ necessario riflettere su come i comportamenti dei singoli assunti in violazione della legge incidano negativamente sui diritti e sulle libertà costituzionalmente riconosciuti e garantiti a tutti i membri della Comunità e su come dall’osservanza delle regole discenda, invece, l’automatico riconoscimento della dignità umana e dei valori fondanti del vivere comune.
    Non a caso, la nostra Costituzione impegna la Repubblica a riconoscere e a garantire i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, ma richiede altresì l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale, normalmente sanciti dalla legge ma di cui troppo spesso ci si dimentica.
    E’ dunque chiaro che finché con verrà compreso che il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i cittadini alla vita del Paese sono di fatto impediti dalla sostanziale mancanza di legalità e giustizia, generata – in primis – dal comportamento di quanti quotidianamente contravvengono alle regole, e in particolare di chi amministra la cosa pubblica a proprio uso e consumo, l’Italia non sarà mai in grado di garantire ai propri cittadini pari dignità sociale e uguaglianza davanti alla legge.

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  2. - segue commento -
    Comportamenti illegali tenuti dai singoli – spesso disinvoltamente e per tornaconto personale – comportano infatti pesanti ricadute sulla collettività, di fatto agevolando e rafforzando le organizzazioni criminali, sia direttamente che indirettamente. La casistica è infinita: si pensi, ad esempio, alla mala gestio (per non dire corruzione e malaffare) nell’ambito della sanità pubblica, che ha comportato enormi buchi di bilancio in quasi tutte le regioni d’Italia fino a rendere inefficiente l’intero Servizio Sanitario Nazionale; alla corruzione nell’ambito dei lavori pubblici, per cui, sovente, all’impegno finanziario non corrisponde l’effettiva realizzazione delle infrastrutture di cui il compromettere la vivibilità delle città e la bellezzPaese avrebbe bisogno; alle frodi alimentari, che oltre a mettere a rischio l’incolumità pubblica creano un danno all’industria agroalimentare; all’abusivismo edilizio, alla cementificazione selvaggia e agli scempi paesaggistici, in grado di a naturale dei territori; ai reati ambientali (in particolare in materia di rifiuti e di inquinamento dell’aria e delle acque), in grado di danneggiare la natura e la salute degli individui (si pensi al caso ILVA di Taranto), oltre che l’economia nazionale per i costi correlati ai necessari interventi di bonifica; agli illeciti in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, potenzialmente in grado di causare la morte dei lavoratori (si pensi al settore dell’edilizia) ovvero l’insorgenza di malattie professionali che rovinano la vita; al depauperamento e alla depredazione del Patrimonio storico e artistico della Nazione (si pensi al traffico illecito di opere d’arte e di reperti archeologici), non adeguatamente protetto e tutelato da parte delle diverse amministrazioni a ciò preposte; agli illeciti in materia societaria (si pensi alle false comunicazioni sociali), in grado di incidere i diritti dei risparmiatori, e via dicendo fino a ricomprendere, oltre ai comportamenti penalmente rilevanti, anche gli illeciti amministrativi, da non sottovalutare se si vuole davvero discutere di cultura della legalità. Cultura, questa, che non può essere acquisita se non attraverso la conoscenza, l’esperienza e il contatto con l’ambiente esterno, per cui diventa fondamentale affrontare, discutere e approfondire con cognizione di causa le questioni di rilevanza sociale, ma anche avere contezza delle diverse realtà territoriali, e dunque dei bisogni delle persone.
    Promuovere i valori della legalità, della giustizia e della sicurezza – come l’associazione Legalità e Giustizia si propone di fare – è dunque una finalità lodevole, senz’altro da sostenere con forza e con convinzione. Jack

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