In Sicilia, cambiare si può e si
deve. I proclami del neo-Presidente della Regione siciliana lasciano ben
sperare. Ora, però, è il momento di fare meno proclami e di lavorare per fare i
fatti. Meno parole e più azione. Meno parole e più informazione e trasparenza. Segni
concreti di discontinuità, non generici e inutili segnali. Quante stelle avrà la
Sicilia con Crocetta le conteremo alla fine della sua azione di governo.
È necessario valorizzare il
patrimonio di esperienze e competenze dei cittadini, condividere con loro la
responsabilità delle gravi decisioni che devono essere prese, altrimenti, il cambiamento
resterà solo una buona intenzione. Non bastano le buone intenzioni.
Si devono mettere in atto (promuovere) correttivi legislativi, pratiche
virtuose, strumenti efficaci di buon governo. Ma tutto ciò non basterà se non
cambia il cattivo costume e la mentalità. Ciò richiede di cambiare prima di
tutto noi stessi.
Per far diventare la Sicilia una
Regione a 7 stelle occorre debellare l’intreccio occulto e illegale del potere
politico, burocratico, economico e finanziario; occorre innovare, sovvertire, dare il buon esempio
giorno dopo giorno.
Senza il controllo e la vigilanza
della società civile si rischia che l’impoverimento delle nostra Isola e delle
sue risorse continui, come prima. Se vogliamo un’altra politica e un altro
futuro, tutti ci dobbiamo impegnare.
La cattiva politica si combatte
con la buona politica.
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